Allora, questa me la voglio ricordare, è troppo bellina:
Mio marito ha un collega che fin dai primi tempi che lavorano insieme (19 anni) non ha mai nascosto di fare ricorso a prostitute (da appartamento, mica da strada, che c’è gran differenza secondo lui) e a relazioni occasionali (di una sera) con donne conosciute a ballare i latino americani (olè!).
È sposato con due figli.
Ha portato (ora) la famiglia all’estero, al mare, per festeggiare i 25 anni di matrimonio e, prima di partire, ha raccontato con grande enfasi ai colleghi di aver comprato un anello celebrativo per l’occasione che darà alla moglie il giorno dell’anniversario (oggi), alla stessa ora che si son sposati, davanti al mare.
Questo suo stucchevole romanticismo pop mescolato al suo gretto sfogo di bisogni primordiali attraverso meretrici o similgenere shakerato con la sua necessità di far partecipi i colleghi (maschi) delle sue performances di marito, padre e stronzo colossale, crea nella mia mente un contrasto comico spropositato.

È da ieri che rido.

Per non piangere.

Lascia un commento